Dopo aver lavorato alcuni anni negli Stati Uniti nel settore finanziario, Stefano Canali è entrato in azienda nei primi giorni del 1998 partendo dall’ufficio Tesoreria. Come CEO, oggi il suo compito a lungo termine è quello di rafforzare Canali in un mondo complesso e mutevole, coniugando l’esperienza di tre generazioni con l’innovazione a tutto tondo richiesta dal mercato.
Cosa significa essere alla guida dell’azienda di famiglia?
Prima di tutto fare in modo che i valori fondanti, il comportamento dei collaboratori e l’agire dell’azienda stessa siano coerenti con i principi della nostra famiglia. Essere una famiglia permette di dare un senso di continuità e di sicurezza alle persone che lavorano con noi, ma si corre sempre il rischio di limitarle con la nostra presenza. Cerco di stare attento a non trattare Canali come una mia estensione fisica, lasciando ai collaboratori la possibilità di operare secondo vedute più ampie o schemi differenti.
Qual è il tuo primo ricordo legato all’azienda?
Quando eravamo piccoli, nostro padre lavorava anche sabato e domenica. Andavamo a trovarlo nella sede di Triuggio, che durante il fine settimana era deserta. Lo incontravamo sempre nel suo ufficio, chino sulla scrivania e impegnato tra fogli e calcoli, e dopo averlo salutato iniziava la cerimonia della bibita gassata: c’era questa macchina prodigiosa, un semplice distributore, che nel nostro immaginario di bambini era il paese dei balocchi. Una bottiglietta era il premio per la nostra visita.
Quando hai preso in mano l’azienda hai ricevuto qualche consiglio particolare?
Mio padre è l’incarnazione vivente dell’intera storia di Canali, ha un’esperienza profonda e una sua precisa visione del mondo e del mercato, che non ha mai mancato di comunicare a me come agli altri membri della famiglia. Abbiamo frequenti momenti di confronto, decisamente utili, e continua a stupirmi per la sua capacità di analisi. Forse il miglior consiglio che mi ha dato è stato quello di non sentirmi mai arrivato. Credo sia un insegnamento fondamentale, soprattutto per chi è imprenditore. Oggi Canali è una realtà con solide radici in Italia e robuste ramificazioni negli Stati Uniti e Asia. Il management dell’organizzazione è distribuito soprattutto tra Sovico e Milano, mentre il cuore produttivo ha sede in Lombardia, Marche e Abruzzo.
Che tipo di azienda è Canali oggi?
È un’azienda in forte evoluzione, che sta portando il suo DNA, i suoi valori e il suo modo di fare impresa in un contesto nuovo, che si evolve in maniera estremamente rapida. Per esempio, oggi i consumatori hanno gusti differenti a seconda del mercato: attraverso l’abbigliamento un consumatore americano esprime sé stesso in modo diverso rispetto a un cliente cinese. La sfida è quella di interpretare correttamente le aspettative e non offrire un prodotto standardizzato.
Le boutique hanno un ruolo particolare nella vostra strategia?
Le nostre boutique sono un’estensione della nostra azienda: un luogo in cui fare respirare ai clienti i nostri valori. È importante che i consumatori possano conoscere il nostro mondo in ogni dettaglio, non solo osservando i nostri prodotti ma soprattutto ascoltando gli ambasciatori Canali. I nostri venditori rappresentano il primo punto di contatto, sono loro che hanno il compito di trasmettere ai clienti la filosofia e la storia del marchio. Ecco perché il tema della formazione è un aspetto centrale, che curiamo attraverso Canali Lab, una scuola interna per le persone che lavorano nelle nostre boutique in tutto il mondo. Qui il nostro staff può capire davvero come nascono le nostre collezioni e con quale obiettivo: coniugare tradizione sartoriale e innovazione per proporre un mix tra prodotti iconici e nuove proposte, ispirate da una grande ricerca sui materiali e dalla capacità di sperimentare.
Uno dei punti di forza di Canali è la capacità di unire la qualità sartoriale all’innovazione.
Siamo riusciti ad automatizzare un processo tipicamente sartoriale, che prima solo un sarto esperto era in grado di garantire attraverso una serie di passaggi complessi. È il nostro segreto, il nostro marchio di fabbrica e questa evoluzione ci ha permesso di ridurre i tempi di confezione senza tralasciare la componente sartoriale. Siamo un’azienda unica tra quelle che producono capispalla maschili sartoriali perché abbiamo scelto di non scendere a compromessi. Abbiamo sempre pensato che puntare sulla qualità e incrementarla nel tempo rappresentasse un elemento di successo, per questo la nostra produzione e il nostro know how sono stati mantenuti totalmente in Italia, puntando sulle abilità delle maestranze del nostro Paese.
Quando hai indossato per la prima volta un abito Canali?
Alla festa di fine liceo. Andare da cliente in quel negozio che avevo visitato tante volte da bambino assieme a mio padre per trovare una giacca, dei pantaloni e una cintura per creare il mio primo look Canali fu una soddisfazione immensa, una sorta di passaggio all’età adulta.